Da secoli, la famiglia, è ispirazione per la fotografia e l’arte. Soggetto mutevole e classico, lega profondamente con l’obiettivo fotografico creando un mix dal sapore vintage.
Si sa che l’elemento affettivo è quello più potente, viscerale, che accomuna gli essere umani. IL passato, si sa, ritorna sempre. Con nostalgia e stupore, con tristezza e felicità, talvolta improvvisando sentieri mai conosciuti. Il maestro Ferdinando Scianna ha contribuito al consolidamento del concetto del ritratto di famiglia nell’ambito della fotografia realistica. La fotografia, spesso, crea delle vere e proprie storie, racconti di vita vissuta, fotogrammi dell’anima, istanti d’amore. L’esempio pratico di ciò è il ritratto di famiglia che può diversificarsi in due tipologie: la sequenza narrativa e la storia vera e propria, un pò come sta accadendo adesso nel mondo dei social network. Una voce narrante e lo sfondo della storia realizzato con le immagini. Fotografie diverse, i momenti, legate da un filo conduttore, il sentimento.
Come in tutte le storie, c’è un finale. In uno sguardo ci sarà sempre un significato nascosto, pronto ad emergere nel “just in time” come dicono gli inglesi.
Come disse Isabel Allende: “La macchina fotografica è uno strumento semplice, anche il più stupido può usarla, la sfida consiste nel creare attraverso di essa quella combinazione tra verità e bellezza chiamata arte. È una ricerca soprattutto spirituale. Cerco verità e bellezza nella trasparenza d’una foglia d’autunno, nella forma perfetta di una chiocciola sulla spiaggia, nella curva d’una schiena femminile, nella consistenza d’un vecchio tronco d’albero e anche in altre sfuggenti forme della realtà.”
A cura di
Alessandra Capasso